'Mantieni il calore, tieni tappato il vaso; trova il piacere nella ripetizione'. cit. J. Hillman da 'Psicologia Alchemica'.
Questa frase che parla di alchimia richiama in modo fortissimo la pratica dell'Ashtanga Yoga: 'mantieni il calore' è lo scopo dei vinyasa che vengono fatti fra le diverse posture/sequenze, 'tieni tappato il vaso' (che siamo noi, il contenitore trasformativo) è lo scopo dei bandha e 'trova il piacere nella ripetizione' è la base del metodo: pochissime serie sempre uguali a loro stesse ma che implicano un lavoro trasformativo enorme. Ecco, il lavoro trasformativo, evidente come obiettivo e come metodo nell'Ashtanga nell'alchimia è evidente solo come obiettivo, dato che il metodo è invece volutamente nascosto. Similitudini e distanze sono anche evidenti nel percorso pre e post junghiano (Hillman è forse il massimo esponente post-junghiano), che inizialmente si avvicina a quello Yogico, vedi la conferenza sulla kundalini, per poi spiegare in poche pagine perchè per l'occidentale lo yoga è dannoso e da evitare, in 'saggezza orientale', per terminare la sua ricerca, di vita più che professionale, votandosi appunto all'alchimia. Mi viene in mente che forse cambiano (o forse meglio, si nascondono) i segni ed i modi, ma i significati siano gli stessi.
1 Comment
|
|