Una domanda che sento spesso è: 'pratico Yoga da anni e riesco ad essere felice solo quando sono sul tappetino a praticare, il resto della vita è attesa e vuoto'.
Ma lo yoga crea questo vuoto, lo riempe o forse può farcelo superare? Ci sono perplessità come questa che mi seguono per settimane, alle volte mesi senza trovare risposte, cercando di aggrapparsi di volta in volta a suggerimenti ed alle suggestioni che incrocio quotidianamente. E' nata da qualche scambio di parole con altri praticanti di Yoga e verte su quel senso di vuoto che ci accompagna quando, a fine pratica arrotoliamo il tappetino e lo rimettiamo in borsa, sentendo che è come se mettessimo nella sacca anche gran parte del valore della nostra vita, che può ritrovarsi solo quando srotoleremo il tappetino per la prossima pratica. La risposta mi è arrivata stamattina in forma di un pensiero del solito Jung : "Giunge al luogo dell´anima chi distoglie il proprio desiderio dalle cose esteriori. Se non la trova, viene sopraffatto dall´orrore del vuoto. E, agitando più volte il suo flagello, l´angoscia lo spronerà a una ricerca disperata e a una cieca brama delle cose vacue di questo mondo. ... Correrà dietro a ogni cosa, se ne impadronirà, ma non ritroverà la sua anima, perché solo dentro di sé la potrebbe trovare. " (Carl Gustav Jung, Il libro rosso). Questo percorso di ricerca introspettiva è comune alla pratica dello yoga, che ci porta quindi a vivere quella ricerca di interiorità di cui parla Jung (individuazione, cit.) e, se ci ritroviamo, allora riusciamo a riempire con questa nuova consapevolezza anche la quotidianità, che si svuota allo stesso tempo dei vecchi appagamenti; se invece quella interiorità riusciamo a sentirla solo quando pratichiamo senza riuscire ad afferrarla e farla nostra sempre, l'effetto è che la quotidianità si svuota soltanto, senza altra possibilità di ritrovare vicinanze con il nostro sè se non attraverso la pratica. Come, quando, dove e come afferrare il nostrò sè, è argomento di secoli di speculazioni filosofiche e meditazioni spirituali ma si, certo lo yoga può essere una strada per arrivarci e quel tepore all'anima che nasce dalla pratica ci fa sentire quanto ci stiamo avvicinando, afferrarla e portarla fuori dal tappetino è il nostro lavoro.
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